Il gruppo Terza Danza – originale esperienza di danza over 60 - è stato invitato, sabato 12 maggio alle ore 16.30, dal Comune e dall'Università Adulti/Anziani di Caldogno a presentare la performance Verde sparso, una coreografia ideata da Franca Zagatti, nella splendida cornice di Villa Caldogno, una delle ville palladiane del vicentino.
Verde è tutto ciò che vive e si rigenera, è la pianta, la foglia, l’erba, un giardino. È la fiducia nell’alternanza dei cicli stagionali, è la propensione al seminare, la disponibilità ad aprirsi alle fioriture, alla crescita e al raccolto.
Sparso è tutto ciò che è instabile e senza posto, ciò che si sparge e disperde, che si sposta e scompare. È il gesto dimenticato, l’oggetto perduto, la parola che manca, il ricordo sbiadito. È il luogo dei nostri ricordi senza tempo, realtà scomoda, inaspettata, non prevista.
Verde Sparso è un’azione coreografica pensata per giardini e spazi aperti. È dedicata all’affievolirsi della memoria, a quella smemoratezza diffusa che s’infiltra fra gli atti quotidiani di ogni persona matura; è un invito a non fermarsi, uno stimolo per continuare a esplorare i modi e le forme dei cambiamenti che la vita porta con sé.
Terza Danza . gesto espressione movimento dopo i 60 anni .
Il gruppo Terza Danza nasce all’interno del Centro Mousikè/Giravolta che nel 2010 sceglie di inserire la danza per la terza età fra le proposte del centro. I partecipanti, dai 60 anni in su, incontrano una pratica motoria che guarda al corpo che invecchia non come ostacolo, ma come veicolo di nuovi apprendimenti. Il lavoro che viene proposto al gruppo - di riscoperta e di raffinamento del movimento - aiuta a educare una corporeità più sensibile e consapevole, disponibile e pronta ad accogliere quella sfida espressiva, creativa ed estetica che la danza di comunità offre ad ogni persona.
La ricerca artistica di Franca Zagatti guarda all’essenzialità del gesto e al momento del suo farsi azione intenzionale come a un atto di presenza e di affermazione del diritto all’espressione per tutti. Si basa sulla convinzione che l’esperienza del danzare possa avviare processi corporei di trasformazione ed evoluzione individuale e collettiva ed estendersi a luoghi, azioni e situazioni.